domenica 3 giugno 2012

NAGIB MAHFUZ UN NOBEL POCO CONOSCIUTO

Nagib Mahfuz
"So che molti di voi non sanno neppure chi io sia. Perciò mi presento..."

Così Nagib Mahfuz ha iniziato il suo discorso, quando nel 1988, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura.

In effetti sarei curiosa di sapere in quanti conoscono questo scrittore egiziano che è considerato uno dei più autorevoli scrittori della terra del Nilo e molto sinceramente anch’io l’ho incontrato per caso nel mio percorso di mangiatrice di libri.

Nagib Mahfuz è nato al Cairo nel 1911 da una famiglia piccolo-borghese ed ha vissuto tutto il XX secolo testimoniando il passaggio dell’Egitto dalla dominazione inglese allo stato repubblicano.
Laureato in filosofia e dipendente dell’amministrazione pubblica, cominciò a scrivere all’età di 17 anni ma il vero debutto da scrittore arrivò con un romanzo storico “Lo scherzo dei destini” a cui ne seguirono alcuni altri per poi passare a raccontare le storie del Cairo ambientate in quartieri e luoghi tradizionali della capitale egiziana.
Fino all’età della pensione Mahfuz scriveva di notte perché nonostante il successo ottenuto non riusciva a guadagnare abbastanza per vivere in maniera dignitosa.
Nel 1959 dopo la pubblicazione del romanzo “Il rione dei ragazzi”, censurato in Egitto, fu condannato a morte dai fondamentalisti islamici ma ha sempre rifiutato la protezione della polizia egiziana e dopo quindici anni, il 14 ottobre 1994 fu aggredito sulla porta di casa e accoltellato alla gola, passando diversi giorni tra la vita e la morte. Per l’attentato allo scrittore  furono condannati a morte sette estremisti islamici.
La morte per lo scrittore arrivò invece nel 2006 a novantacinque anni a seguito di una banale caduta.

Le sue opere:

Old Egypt (1932)
Whisper of Madness (1938)
Lo scherzo dei destini (1939)

Rhadopis. La cortigiana del faraone (1943) Il giovanissimo faraone Merenre II, da poco insediato sul trono insieme alla sorella, la regina Nitocri, è fatalmente soggiogato dal mistero dell'amore. L'abile cortigiana Rhadopis, di enigmatica bellezza, cade anch'ella preda della passione per colui che è il suo signore. Ma la potente casta sacerdotale, gelosa custode delle proprie prerogative e delle tradizioni dei templi sacri, congiura per destituire Merenre, che sembra anteporre la sua insaziabile sete di potere, il suo orgoglio e i suoi desideri agli interessi dello Stato.

La battaglia di Tebe (1944) Nel XVI secolo a.C. l'Egitto fu teatro di un capitolo appassionante della storia: la battaglia di Tebe, attraverso la quale il faraone Ahmose riuscì a liberare la sua terra dall'invasione Hyksos, popolo avido e sanguinario di stirpe semitica. Ebbe così inizio il Nuovo Regno, che permise all'Egitto di tornare ad essere una potenza di primo piano. In questo romanzo Nagib Mahfuz, fa rivivere fatti e personaggi che caratterizzarono quest'epopea.

Per le strade del Cairo (1945) Egitto,1942, la seconda guerra mondiale imperversa e la famiglia Akif si trasferisce nel quartiere del Khan el-Khalili, lo storico mercato del Cairo, nella speranza che i vicoli, i caffè e le tante persone che vivono e si affollano in quel labirinto li tengano al sicuro dalle bombe dei tedeschi. Ahmad, il figlio maggiore, il protagonista che presta qui all'autore il suo sguardo sul mondo, sacrificherà la propria istruzione e la propria ambizione personale per sostenere la famiglia. Attraverso la vita di questo ragazzo e i molti personaggi che colorano le pagine del romanzo, quotidianamente minacciati dai bombardamenti, Mahfuz pone al lettore un'annosa questione, tra le più importanti dell'era in cui viviamo: è davvero necessario che il progresso sia accompagnato dalla distruzione del passato? Scritto nel 1945, Per le strade del cairo rappresenta un interessante punto di svolta nella narrativa di Nagib Mahfuz: l'autore si accosta infatti per la prima volta al "contemporaneo", lasciandosi alle spalle le piramidi, i faraoni e gli schiavi che avevano caratterizzato le sue opere precedenti.

Khan El-Khalili (1945)







Vicolo del mortaio (1947) La descrizione, lievemente ironica e distaccata, della vita quotidiana che si svolge in un vicolo del Cairo durante la seconda guerra mondiale. Mahfuz ci offre il vivido ritratto di un'umanità dolente, spesso molto misera, rappresentata con semplicità e insieme con esotica raffinatezza, dosando i dialoghi e i momenti di riflessione in modo da lasciare sempre un varco tra un episodio e l'altro. In ultimo, è la vita, nella sua nudità essenziale e drammatica, a imporsi a tutti come una sorta di riequilibratore deus ex machina

Il miraggio (1948) Storia di una madre e del suo amore senza misura per il figlio che diviene quasi una sua appendice. Il ragazzo racconta l'impossibilità di liberarsi da questo guscio che cresce con lui e di come finisca l'illusione di libertà nata dal sogno di sposare una ragazza vista su un balcone.

Principio e fine (1950) "Principio e fine" è ambientato al Cairo negli anni dal 1933 al 1938, nell'Egitto dei tempi della monarchia, ancora fortemente gerarchizzato. Una famiglia della piccola borghesia cittadina perde, con la morte del padre, il sostentamento economico che le aveva garantito una vita tranquilla e dignitosa. Da un'esistenza al riparo da qualsiasi sconveniente contatto sociale, la famiglia precipita nel baratro della povertà e viene inghiottita dal vortice degli ormai inevitabili compromessi quotidiani.

Trilogia del Cairo (1956–57)
Tra i due palazzi (1956) Primo volume della Trilogia del Cairo dell'autore egiziano.





Il palazzo del desiderio (1957) Secondo volume della Trilogia del Cairo dello scrittore egiziano.





La via dello zucchero (1957) Terzo volume della Trilogia del Cairo dello scrittore egiziano.





Il rione dei ragazzi (1959) La storia dei "ragazzi di una medesima discendenza", quali sono Adamo e Mosè, Gesù e Maometto, raccontata dalla mente filosofica e dal cuore libero dell'egiziano Nagib Mahfuz, assume dopo l'11 settembre una notevole importanza soprattutto in un momento in cui la voce civile e laica di alcuni intellettuali stenta a farsi sentire. Questo romanzo è la rivisitazione della spiritualità popolare presente tra i cantastorie nelle caffetterie della Vecchia Cairo e nelle Scritture. Narrazione a sfondo sociale, appello alla tolleranza e alla comprensione tra gli uomini, offre l'immagine di una coscienza che non ama le divisioni, pensa liberamente, crede nella fratellanza dei popoli: figli di uno stesso Dio.

Il ladro e i cani (1961) Nelle vicende di un ladro che, attraverso la vendetta, insegue un'improbabile giustizia per il tradimento degli ideali giovanili, si celebra  la rappresentazione allegorica di una concezione tragicamente catartica dell'esistenza. Le pagine del romanzo si affollano allora di personaggi identificanti le trascorse esperienze del protagonista e il rispecchiamento di questi in una mutevole realtà che sempre lo relega in quella dimensione dove verità e menzogna coincidono annullando sia i miti del passato sia le speranze nel futuro. Il saggio, il poliziotto, l'amico importante, la prostituta, l'oste, la moglie, il rivale e la figlia che lo rifiuta, costituiscono per Sadi Mahran un travagliato presente ossessivamente segnato dall'imperativo della rivalsa: un mondo fitto di viuzze, palmizi, taverne, periferie desolate, contrafforti sabbiosi e cimiteri prospicienti il deserto, in cui solamente il ricordo può guidarlo, dopo un cammino scandito da morti innocenti, all'appuntamento con il proprio destino. 

Autunno egiziano (1962) Ambientato al Cairo, durante la Rivoluzione egiziana del 1952, Autunno egiziano racconta la storia di Isa al-Dabbagh, funzionano del governo. In seguito ai sollevamenti popolari che accompagnarono la cacciata di re Farouk i, Isa viene licenziato in tronco con l'accusa di corruzione. Pur riconoscendo le ragioni della Rivoluzione, egli è tuttavia convinto di avere sempre agito secondo le norme: così rifiuta testardamente le raccomandazioni dell'influente cugino Hasan, e pian piano perde la fiducia e l'amore della sposa promessa, Salwa. Lentamente la sua intera esistenza scivola verso il fallimento e la desolazione, mentre il suo Paese affronta le ambiguità e il dissesto creati dalle tensioni politiche di un periodo convulso.

Il mondo di Dio (1962)
Zaabalawi   (1963)

La ricerca (1964) Racconto lungo, ambientato tra Alessandria e Il Cairo, nell’Egitto degli Anni Sessanta, gli anni di Nasser e di tante speranze andate poi deluse. Dopo aver seppellito la madre, gran tenutaria di bordelli ad Alessandria, Sabir parte alla volta del Cairo alla ricerca del padre, della cui esistenza è venuto a sapere dalla madre in punto di morte. E dal quale spera di mantenere l’agiato livello di vita che l’attività materna gli consentiva. Falliti i primi tentativi di ritrovare il padre, Sabir finisce per sprecare i giorni, e i magri risparmi, nell’attesa di un’improbabile telefonata nell’albergo economico in cui ha trovato alloggio. In quel tempo di attesa, Sabir si trova diviso tra l’amore puro e platonico per Ilham, impiegata presso il giornale cui si è rivolto alla ricerca del padre, e l’amore cieco, carnale e passionale per Karima, la proprietaria dell’albergo che lo spingerà all’omicidio. Più che un viaggio alla ricerca del padre, delle proprie origini e di un futuro migliore, La ricerca è il racconto della lenta e micidiale discesa del protagonista verso il compimento del proprio destino.

Chiacchiere sul Nilo (1966) Il protagonista Anis Zaki si ritrova ogni sera con i suoi compagni nella sua awwamah (casa galleggiante) ancorata in riva al Nilo per allontanare le miserie quotidiane fumando hashish, fantasticando, parlando all'infinito.

Mīrāmār (1967) م"Alessandria finalmente! Alessandria goccia di rugiada. Esplosione di nubi bianche. Sei come un fiore in boccio bagnato da raggi irrorati dall'acqua del cielo. Cuore di ricordi impregnati di miele e di lacrime." Inizia così la storia del Miramar, la pensione di un'eleganza un po' decaduta che conserva le tracce di un passato grandioso sotto le macchie d'umidità. Ma la vera protagonista è Alessandria, che offre un ritratto complesso e profondo dell'Egitto, della sua anima contraddittoria e problematica, con un senso di nostalgia che sa tuttavia mescolarsi al sorriso. Al Miramar i clienti sfilano davanti al lettore, incarnando le diverse anime della società egiziana. 


La taverna del gatto nero (1969) Il gatto nero che s'aggira nell'ombra d'una taverna del Cairo, nel racconto che dà il titolo a questa raccolta, è il materializzarsi di inquietudini che attraversano le coscienze di tutti. La scrittura di Mahfuz dimostra che la letteratura, quando è fedele all'impegno di rappresentare senza pregiudizi la vita, anche attraverso i sogni e le fantasticherie, resta un potente mezzo per comunicare al di là delle differenze di tradizione culturale. Forse la vita stessa non è che un grande racconto, diramato all'infinito, nel quale di volta in volta ciascuno assume il ruolo di partecipe narratore o di ansioso ascoltatore.

A story without a beginning or an ending (1971)
The Honeymoon (1971)
Gli specchi (1972)
Love under the rain (1973)
The Crime (1973)

Karnak Café (1974) II Karnak Café è un delizioso locale del Cairo, gestito dalla graziosa Qurunfula, un tempo famosa danzatrice del ventre. Tra i tavoli si rinnovano vivaci discussioni sui temi più disparati: giovani e vecchi, poveri e ricchi, tutti si trovano a loro agio. Di colpo, però, tre giovani clienti abituali non si presentano più: sono stati arrestati e torturati, scopriranno gli amici, perché sospettati di aver preso parte ad attività antigovernative. Così mentre l'Egitto intero scivola verso i disordini che sfoceranno nell'assassinio di Sadat, anche nel microcosmo del Karnak Café la gioia della condivisione sarà sostituita dal timore delle denunce e la fiducia e l'amicizia lasceranno il posto al sospetto e alla paura.

Il nostro quartiere (1975) Le cronache di un quartiere raccontate attraverso la quotidianità dei suoi abitanti: la realtà e le fantasie di un mondo in cui si compenetrano gli arcani della tradizione orientale e il sottile fascino della civiltà europea. Realtà come raffigurazione degli eventi che scandiscono la vita del rione e fantasia come strumento di conoscenza delle forme e delle essenze che compongono il ciclo della nascita, vita e morte (la magica visione del monastero, il suo giardino di delizie, l'inquietante oscurità del tunnel, e ancora: l'invisibile Grande Vecchio, l'aleatorio paese al di là dei monti e la baluginante presenza divina). Il protagonista delle settantotto sequenze in cui si ordina "Il nostro quartiere", un 'io' infantile che si trova ad affrontare gli accadimenti dell'esistenza umana sempre dibattuto tra dato fisico e ipotesi metafisica, diventa così il cantore di gioie, passioni, ansie, soprusi, paure e disperazioni che consentono all'umanità che popola il dedalo di viuzze dalla narrazione di trasformare quel microcosmo nell'effigie dell'universo

Vossignoria illustrissima (1975)

L'epopea dei Harafish (1977) Tra moschee e caffè, fumerie di oppio e case di matrone, si narra la drammatica storia dei Naghi, famiglia di umili origini che, attraverso diverse generazioni, passa più volte da momenti di gravi difficoltà economiche a periodi di benessere legati al raggiunto potere e al conseguente prestigio, per poi ripiombare nella miseria a causa della dissolutezza. La storia ha inizio con Ashur, un trovatello che, diventato "futuwwa", "guappo", si dà una sua linea di condotta consistente nell'imporre il "pizzo" ai ricchi per aiutare i harafish, i più poveri e bisognosi. Ashur assurge pertanto, agli occhi della sua gente, a simbolo di giustizia e di fede e i suoi giorni saranno considerati dai harafish come i "loro" giorni di gloria.

L'amore sopra il Plateau della Piramide (1979)
The Devil Preaches (1979)

Il tempo dell'amore (1980) È la storia di Sitt Ain, donna ricca e generosa, considerata da tutti la «madre» del vicolo; ma è anche la storia del figlio Izzat, molto diverso da lei, e del suo grande ed unico amico Hamdun. I due giovani sono entrambi innamorati della bella Baddriya e per amore di lei Izzat tradirà il fraterno amico, inviando una lettera anonima alla polizia per rivelare l'appartenenza di Hamdun a una organizzazione politica clandestina. Venticinque anni dopo Hamdun esce dal carcere.

Notti delle mille e una notte (1981) Dopo mille e una notte Shaharazad è riuscita a salvarsi la vita. Ma del sultano che ne è stato? I suoi racconti sono riusciti a farlo diventare migliore?





Canto di nozze (1981) Costruita attorno alla vita della compagnia teatrale, la stessa storia è narrata da diversi punti di vista: quello di un amico di famiglia, del padre, della madre, di Abbas che è il vero protagonista della storia.


One hour remains (1982)

Il viaggio di Ibn Fattuma (1983) Deluso dall’amore, Ibn Fattouma decide di cercare conforto nella saggezza. Partirà per un viaggio, per raggiungere la mitica terra di Gebel, dalla quale nessuno ha mai fatto ritorno. Ma la sua carovana dovrà attraversare altre cinque nazioni, ognuna con la propria religione e il proprio governo: prima Mashriq, soggetta a un despota e abitata da schiavi nudi che inneggiano alla Luna; poi Haira, una nazione teocratica governata dall’esercito; Halba, terra di libertà, ritratto della gioiosa America; Aman, società comunista, tesa alla ricerca di un bene unico e universale; infine Ghuroub, dove vige il culto della Ragione. Pubblicato in arabo nel 1983, Il viaggio di Ibn Fattouma è una favola magica e raffi nata sulla ricerca della società perfetta, un viaggio irto di dubbi e pericoli, che percorre il labirinto dell’animo umano e il suo desiderio mai appagato di felicità.

Akhenaton, il faraone eretico (1985) Akhenaton: una figura mitica avvolta dal mistero che il tempo lascia dietro di sé; in queste pagine lui, l'Eretico, il faraone maledetto, prende vita e carattere. Miri-Mon, il giovane io narrante, curioso cronista del suo passato appena trascorso, ripercorre, attraverso un viaggio a tappe, il mistero legato al più affascinante faraone che la tradizione dell'antico Egitto ci ha tramandato. Miri-Mon parte per Tebe alla ricerca della verità.

Il giorno in cui fu ucciso il Presidente (1985) Il Presidente Sadat fu assassinato il 6 ottobre del 1981. Questa data cardine per la storia dell’Egitto (all’indomani Hosni Mubarak avrebbe preso il suo posto) costituisce l’apice intorno al quale si sviluppa l’intero racconto corale di questo romanzo, in un drammatico crescendo. Protagonisti sono i membri di una famiglia della classe media cairota durante i primi anni Ottanta: per l’Egitto quella fu un’era di transizione, un periodo di crisi profonda in cui la gente comune, di ogni estrazione sociale, veniva spinta verso il cosiddetto “abisso dell’Infi tah”, l’apertura al libero mercato. In questa folle corsa tutto era sovrastato da un senso di “fi ne”, una sensazione di panico, mentre persone innocenti assistevano impotenti alla rapida disintegrazione del loro mondo. Un intero stile di vita con le sue tradizioni antichissime e i suoi valori tramandati di generazione in generazione si stava semplicemente sgretolando, aprendo la strada a un nuovo materialismo spietato: un “regno dei corrotti” in cui solo i più forti possono sopravvivere, agli altri non resta che soccombere.

Speaking the morning and evening (1987)
Fountain and Tomb (1988)
Echi di un'autobiografia (1994)
Sogni nel tempo della convalescenza (2004)

Il settimo cielo (2005) Raccolta di racconti dadicata al soprannaturale e all'aldilà: un uomo si ritrova faccia a faccia con gli assassini del passato (Akhenaton, Woodrow Wilson, Gamal Abd al Nasser...), in quello che erroneamente scambia per il primo dei sette cieli del Paradiso; un adolescente che affronta i pericoli di un bosco fuori città e finisce nel bel mezzo di un mondo incantato; un venditore di profumi che nella notte riceve la visita e le minacce di un gruppo di scheletri vendicativi.

Un uomo da rispettare Othman Bayyum inizia la carriera di impiegato statale al livello più basso, quello di aiuto archivista, ma è determinato a conquistare la posizione di direttore generale del ministero e a questo scopo intende dedicare tutte le proprie energie. La sua divorante ambizione, vissuta con il fanatismo di una religione del potere (e del rispetto che il potere conferisce a chi lo detiene), sarà l’altare a cui, in una lucida ed esasperata corsa, immolare gli affetti, gli amori, gli svaghi.A chi voglia sollevarsi dalla povertà in cui è nato e vissuto da sempre, per poter abbandonare il misero quartiere di periferia, non è concesso il lusso di alcuna distrazione: né l’amicizia, né l’amore pertanto avranno spazio nella vita di Othman, ma soltanto una tenace dedizione, una ferrea volontà di scalare le gerarchie. Con sapienti pennellate la narrazione di Mahfuz dipinge la surreale psicologia di un uomo la cui ossessione costituisce il vero centro dell’esistenza, il nodo intorno al quale, con disperata ostinazione, la sua vita di solitudine acquista il senso di un sacrificio volontario, di un sogno inutile.

La maledizione di Cheope Cheope apprende dall'indovino Djedi la fine della sua stirpe. Lui, il faraone, sarà l'ultimo della sua genia a regnare in terra d'Egitto. Qualcuno altro gli succederà sul trono. Sarà un uomo che, adesso, è un neonato nella città di Awn, un infante generato da Man-Râ, il grande sacerdote di Râ, e dalla giovane moglie Radde Didit. Cheope e il crudele figlio, il principe Rekhaef, partono alla caccia del futuro usurpatore, ma, per un gioco degli eventi, il piccolo si salva e sarà allevato dalla serva Zaya che lo crescerà nella casa del suo nuovo consorte.

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