Il mio è un lavoro spesso invidiato, ma non così facile
come sembra. E non parlo solo di difficoltà organizzative, ma soprattutto di
quelle umane.
Incontro tante persone con caratteri, aspettative ed
esigenze tanto diverse fra loro e può capitare che qualcuno non sia pienamente
soddisfatto o in sintonia.
Devo dire però che questi anni di lavoro mi hanno
regalato tantissimo. Soddisfazioni, amicizie e a volte incontri speciali.
Stefano è stato un incontro speciale ed è per questo che
gli ho chiesto di raccontare la
sua Sharm el Sheikh. Una Sharm el Sheikh vista dagli occhi di chi ha
sensibilità da vendere, di chi sa cogliere in una foto la magia che molti non
vedono, di chi vuole provare a fare della sua passione, la fotografia, una
professione che lo stacchi dal suo disagio.
Non aggiungo altro. Leggete il suo racconto e spero che
aiuti anche voi ad andare oltre, a vedere oltre. Grazie Stefano.
LA MIA SHARM EL SHEIKH di Stefano B.
Una breve introduzione prima di passare al racconto di
questa magnifica vacanza vissuta in compagnia della mia ragazza, Veronica,
durante la quale ho potuto associare la mia passione per la fotografia alle
escursioni, alle quali abbiamo partecipato grazie a Silvia ed ai suoi
collaboratori che si occupano di organizzarle.
Ciao a tutti mi chiamo Stefano, per cercare di non
pensare ai problemi causati da una malattia rara, ad oggi ancora senza cura, mi
sono avvicinato al mondo della fotografia, innamorandomene poco a poco, quasi
senza accorgermene. Ho cominciato a "staccare" la testa, ritrovandomi
perso nelle immagini, ispirato dalle cose belle che mi circondano e felice di
aver “scoperto” questa forma d' arte che supera ogni tipo di barriera e
che mi dona gioia e felicità. Per tutto questo è bastato comprare una piccola
macchina fotografica... un piccolo e comune oggetto che sotto certi aspetti mi
dona più sollievo di qualsiasi medicina.
Il viaggio comincia e lo spettacolo inizia già
dall'aereo quando, dopo qualche ora di viaggio, prima di atterrare a Sharm el
Sheik possiamo ammirare dal finestrino il vasto deserto, le sue dune, le rocce,
per poi affacciarci sul mare e sulla costa.
Adesso seguitemi, in questo viaggio esotico fatto di
veli, nomadi del deserto che vivono dentro tende di pelli di cammello, colori
affascinanti che rendono ancora più magico il paesaggio... un mondo
completamente diverso da quello in cui vivo, dove ho trovato quel senso di pace
che cerco ad ogni respiro.
Dopo aver trascorso la prima giornata in completo relax
nel villaggio turistico ci prepariamo per incontrarci con Silvia ed organizzare
le date delle escursioni che ci porteranno a conoscere questo mondo e
tutte le meraviglie che ci riserva, così diverse dai panorami che
abitualmente possiamo ammirare nella nostra città: Genova.
Il giorno dopo, finalmente, si parte. Sveglia alle tre
per non perdersi la motorata nel deserto, circondati dalla sabbia e dalle
rocce. Alle 3.30, insieme ad un’altra coppia con cui passeremo poi tutta la
vacanza, ci viene a prendere Ciro il nostro
simpaticissimo accompagnatore per questa escursione. Una volta arrivati vicino
al deserto ci prepariamo e dopo una mezz'ora di divertimento in cui lascia
sfrecciare liberamente con il quad, ecco all’improvviso sorgere il sole tra le
montagne rocciose... la mia anima è colma di felicità.
Una piacevole sosta in una tenda beduina accompagnata da
tè caldo, bevande per dissetarsi e l’immancabile narghilè e si riparte, la
mente completamente libera, attraverso il deserto per raggiungere il punto di
partenza. Il mio volto è ricoperto di sabbia... ma sfoggia un sorriso immenso
come il deserto stesso.
Nel pomeriggio, per nulla stanchi nonostante la
levataccia, affrontiamo un’altra esperienza spettacolare: il parasailing.
Silvia passa a prenderci e tra una chiacchiera e l’altra ci ritroviamo nella
spiaggia di Sharks Bay. Salutiamo Silvia e saliamo su un gommone che ci
accompagna attraversando il mare ad un’altra barca dove, molto educatamente, ci
aiutano a salire, ci imbragano per bene ed in un batter d'occhio, agganciati ad
un parapendio specificatamente disegnato per questo tipo di sport,
iniziamo ad innalzarci delicatamente fino a ritrovarci a volare sull’acqua.
Sembra di essere affacciati da un balcone, l’aria sul volto , circondati
dall’immenso mare blu... potevamo persino vedere la costa da una prospettiva
diversa dal solito... da lassù la vita mi è apparsa migliore... più bella.
Il terzo giorno ci prendiamo una giornata “di riposo”
facendo snorkeling sulla splendida barriera corallina ai piedi del nostro
villaggio (adiacente a Sharks Bay).
Nuotare in mezzo a quei colori è fantastico e girandosi
in qualunque direzione si scoprono meraviglie sconosciute e affascinanti; due
ore immerso nell’acqua al mattino e due al pomeriggio e vi sarei rimasto ancora
per ore se non mi avesse chiamato Veronica per ricordarmi l’appuntamento con i
cammelli.... L’inseparabile macchina fotografica con me e via nel deserto in
groppa a un fantastico e timido animale. Dopo venti minuti di passeggiata il sole
inizia a nascondersi piano piano dietro alle immense montagne rocciose
dipingendo di magia tutto ciò che ci circonda e con i fantastici colori che
solo il deserto può regalare.
Dopo queste spettacolari escursioni ci immergiamo in
quella che per noi (ed anche per le mie macchine fotografiche) è stata la
giornata più affascinante, quella vissuta all’interno del Parco di Ras Mohamed.
Lo raggiungiamo in pullman dopo essere passati sotto la monumentale porta di
Allah. Attraversata la zona desertica ci fiondiamo nel piacere unico di
immergersi nell’esplosione di vita della barriera corallina , dipinta dalla
miriade di colori di innumerevoli tipi di pesci di varie dimensioni,
assolutamente indifferenti alla nostra presenza, per cui facilmente
avvicinabili. Un vero e proprio spettacolo della natura.
Risaliti sul pullman, dopo la meravigliosa immersione,
ci spostiamo di pochi metri per una nuova sosta dove veniamo rapiti dalla rara
bellezza del Canale delle Mangrovie, un tipo di pianta che cresce con l’acqua
salata e poi filtra l’acqua marina espellendone il sale. Qui mi perdo
completamente nell'ammirare le rive del canale, colme di piccoli fori che
sono le tane di tantissimi tipi di granchi, che vedo "passeggiare"
sotto di me... è il momento di scatenare il mio “terzo occhio" e così
finisco per scattare una quantità infinita di foto cercare di portare via con
me ogni minimo particolare di quella meraviglia.
La nostra guida, Peter, una persona davvero
meravigliosa, ci porta a vedere una curiosissima spaccatura creatasi in seguito
ad un terremoto, profonda circa 18 metri, dalla quale abbiamo potuto ammirare
l’acqua, al di sotto del suolo. Ancora pochi passi e ci ritroviamo al Lago
Magico, ambientazione di affascinanti ed innumerevoli leggende del posto. Viene
chiamato Lago Magico perché il suo fondale è formato da sostanze metalliche e
la composizione di queste sostanze con la sabbia, fa si che lo specchio d'acqua
non sia riflettente e che quindi sia invisibile persino all’occhio dei
satelliti.
Mancano solo due giorni al ritorno alla nostra vita
quotidiana, ma non possiamo e non vogliamo perderci la gita all'Isola di Tiran
perciò ripartiamo presto, macchina fotografica, pinne e boccaglio al seguito.
Alle otto del mattino, quando il sole è già alto, un pulmino viene a prenderci
per portarci a Naama Bay. Innumerevoli barche attendono i turisti in partenza
per l'isola, regalando tre indimenticabili soste di snorkeling durante il
tragitto.
Ero impegnatissimo a cercare traccia di un delfino o di
qualsiasi altro nuovo animale potesse essere catturato dalla mia macchina
fotografica... ed ecco che in un attimo, davanti a me, un relitto di
un’imbarcazione incagliato sopra alla barriera corallina. Siamo stanchi
ma non possiamo assolutamente perderci questo spettacolo... per la seconda
volta quindi, riscendiamo in acqua... la curiosità è troppa per rimanere in
barca e poi la macchina fotografica subacquea ha ancora batteria e non è ancora
sazia di questo nuovo mare così diverso dal nostro.
Per l’ultimo giorno non abbiamo programmato escursioni.
Veronica dorme ma io alle 4.30 sono già sveglio e non posso perdere l’occasione
di scendere in spiaggia e godermi in una pacifica e rilassante solitudine il
sole che sorge dall'isola di Tiran. A tenermi compagnia solo il rumore del mare
e la mia inseparabile macchina fotografica. 80 scatti ad immortalare l'inizio
dell'ultimo di una serie di giorni che mi hanno portato a provare esperienze
nuove e bellissime. Qui ho trovato un po' di pace dal mio quotidiano e la
felicità di poter ammirare stupito quello che da casa posso osservare solo su
internet. Sono ripartito davvero soddisfatto di ogni attimo di questa
esperienza e sicuramente un giorno tornerò' per partecipare alle altre
escursioni, grazie alle quali potrò' vivere altri momenti unici e paesaggi per
me inesplorati.
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