lunedì 9 aprile 2012

TRAMONTO SUL MARE

Da quando vivo qui a Sharm mi sono accorta di quante cose mi ero dimenticata o su cui non mi ero mai soffermata.
La vita frenetica della città ci toglie l'energia, la voglia di godere dei piccoli momenti, la capacità di vedere le cose belle. Oggi deve ancora finire e stiamo già faticando su quello che ci aspetterà domani. Corri, pensa, agisci e non ti accorgi di cosa hai perso.
La vita qui a Sharm non è un paradiso, è vita come in tutto il mondo, ma quel pizzico di fatalismo e quella frase tanto ripetuta "se Dio vuole, inshallah" che contraddistingue il popolo arabo aiuta a fare meno drammi, a piangersi meno addosso, a dire davvero "Grazie a Dio, El Amdullillah" perchè la giornata è stata vissuta, perchè nel piatto abbiamo trovato da mangiare, perchè abbiamo sorriso a un bambino.
Non rinnego la mia vita, non rinnego la mia Bologna, sono le mie radici, sono il mio cuore. Molte volte però mi trovo a pensare che la mia vita in Italia ora sarebbe come rientrare dentro ad un paio di pantaloni che sono diventati troppo stretti.
Spesso mi ritrovo ad osservare i turisti in vacanza e mi accorgo del sorriso stupito che affiora sulle mie labbra. Il turista non si accorge quando il sole tramonta, non si accorge del mare che cambia colore, delle montagne che diventano d'oro, di quella barca che là, sullo sfondo, sta rientrando nel porto. Il turista sta correndo a fare shopping, sta facendo il massaggio Cleopatra o sta urlando al bambino che come al solito non vuole fare merenda.

Vi chiederete come mai queste riflessioni in questo Lunedì di Pasquetta.

Stasera al tramonto avevo appuntamento con un gruppo di turisti e, non potendo parlare di escursioni dentro al loro hotel con il rischio di venire davvero sgozzata dal tour operator, gli ho proposto di andare a bere qualcosa in una caffetteria sul mare.
Un tavolino basso, il mare davanti a me, strani nuvoloni che correvano in cielo e la barchetta che come al solito stava rientrando al porto, la luce bassa e la musica araba di sottofondo. Loro forse non se ne sono accorti perchè la professionalità fa parte del mio DNA, ma io non ero lì con loro, la mia voce era come un CD registrato. Abu Galum, il Buco Blu, il cammello, la motorata erano racconti che uscivano dalla mia bocca. Il mio cuore e il mio spirito erano là in mezzo al mare che rincorrevano piccole onde.

Vi chiedo scusa turisti se ogni tanto vi sembrerà di vedere i miei occhi un po' persi e un po' distanti, ma ora sapete a cosa sto pensando.
Ti ringrazio Amore mio per avermi fatto conoscere la tua terra, il tuo mondo, le tue splendide e impagabili cose semplici.





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